"World of Warcraft: Crimini di guerra" di Christie Golden finalmente in vendita

romanzo
di Blizzard Entertainment il May 14th alle 8:39am

Il brutale assedio di Orgrimmar è terminato, ma Garrosh Malogrido, l'orco più famigerato di tutta Azeroth, deve ancora pagare per i suoi misfatti. Tratto in catene di fronte ai suoi nemici, il deposto tiranno dell'Orda deve rispondere dei suoi crimini davanti alla giustizia. Assieme ai rinomati leader di Azeroth, anche tu assisterai al suo atteso processo.

Le atrocità commesse da Garrosh saranno presentate in dettaglio, affinché tutti possano valutarne la gravità. Ma mentre il passato viene rivisitato, antiche rivalità e memorie amare riaffiorano in superficie, e coloro che presenziano al processo finiscono con il chiedersi chi, fra essi, sia davvero innocente. Queste aspre tensioni e le mai sopite rivalità potrebbero portare la corte sull'orlo del caos... mentre il mondo attende con il fiato sospeso il verdetto per i crimini di guerra commessi da Garrosh Malogrido.

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Crimini di guerra, il nuovo romanzo di World of Warcraft scritto da Christie Golden, segue i drammatici eventi che si svolgono su Azeroth in seguito all'assedio di Orgrimmar . . . e svela alcuni segreti dimenticati dal tempo, segreti che dovrebbero rimanere sepolti. Acquista la tua copia oggi stesso e scopri cosa ha in serbo il futuro per gli abitanti di Azeroth e per il deposto Capoguerra dell'Orda.

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Per maggiori informazioni su questo nuovo romanzo, leggi l'intervista di WoW Insider con Christie Golden (in inglese), oppure continua a leggere per un breve estratto dall'edizione italiana del romanzo.

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Estratto del capitolo 12

C’era ancora qualche minuto prima che il processo riprendesse. Sylvanas pensava sempre meglio nel suo regno, nella sua Sepulcra, sotto cieli cupi e circondata dai suoi Reietti che si affidavano a lei e alla sua guida. Avrebbe lasciato che fossero loro, e la sua casa, a ispirarla.

Si avvicinò alla Maga assegnatale dal tribunale, Yu Fei, e le chiese un portale. Nel momento in cui la Pandaren aveva finito di mormorare le parole dell’incantesimo, e l’immagine di Sepulcra era comparsa dinanzi a lei, un altro Pandaren, che lei non conosceva, la raggiunse di corsa.

“Dama Sylvanas” disse, “chiedo scusa, ma sono stato incaricato di darvi questo!” Quindi le mise tra le mani una pergamena e un piccolo pacchetto avvolto in un panno blu. Fece un passo indietro velocemente e s’inchinò. Mentre Sylvanas apriva la bocca per chiedere chi avesse inviato quella pergamena, l’aria brillò intorno a lei e la Dama Oscura comparve nei propri alloggi.

Erano stanze spartane, come si conveniva a qualcuno che non vi indugiasse oziando. Sylvanas Ventolesto non aveva più propriamente bisogno di dormire, quindi vi si ritirava solo di tanto in tanto, semplicemente per stare sola e pensare. Aveva poche cose: un letto circondato da pesanti tende scure, una scrivania con candele e materiale per scrivere, una sedia, una singola mensola con un paio di libri. Armi selezionate erano appoggiate sulla parete, a portata di mano. Aveva bisogno di poco altro nella sua attuale esistenza, e poco aveva conservato di quella precedente.

Curiosa di sapere chi le avesse inviato la missiva e il pacchetto, e cauta nell’aprirli, Sylvanas ispezionò accuratamente la pergamena. Non percepì alcuna magia, né notò segni rivelatori che avrebbero fatto sospettare del veleno. Il rotolo era stato sigillato con della cera rossa, ma non vi era alcun segno d’identificazione. Passando a esaminare il pacchetto, Sylvanas vide che il panno blu era di quelli molto diffusi in tutte le principali città. Lo scosse delicatamente e sentì qualcosa tintinnare all’interno. Sdraiandosi sul letto morbido, si tolse quindi i guanti e ruppe il sigillo con un’unghia.

La grafia era elegante, le righe poche:

Un tempo eravamo dalla stessa parte.

Forse potremmo tornare a esserlo.

Sylvanas socchiuse gli occhi, riflettendo su chi potesse essere quella persona misteriosa. Non riconobbe immediatamente la grafia, ma le parve in qualche modo familiare. Aveva una lista piuttosto lunga di persone che le si erano rivoltate contro o che aveva sfidato. Divertita, scartò il pacchetto e aprì la piccola scatola di legno all’interno.

Sylvanas sentì un dolore al petto e lasciò cadere la scatola, come se ne fosse stata morsa.

La Banshee fissò il contenuto, poi si alzò e barcollando si diresse verso la scrivania. Le sue dita tremavano mentre apriva un cassetto. Qui, intatto per anni, c’era tutto ciò che rimaneva del suo passato. Poche cose, lettere vecchie di decenni, punte di freccia di uccisioni significative, alcune altre cianfrusaglie... le spoglie di una vita.

E una piccola scatola.

Una parte di lei la spingeva a lanciare il nuovo dono all’interno di quel cassetto, girare la chiave e dimenticare tutto, di nuovo. Nulla di buono poteva venire da quella scatola. Eppure...

Con la vecchia scatola in mano, tornò sul letto. Con una dolcezza per lei insolita, Sylvanas sollevò il coperchio e ne guardò il contenuto. L’aveva trovata un avventuriero, molti anni prima, tra le rovine del pinnacolo da cui era caduta, e così le era stata restituita. I ricordi che aveva scatenato l’avevano travolta, allora, e minacciavano di farlo ancora.

Un oggetto così piccolo con un potere così grande sulla Regina Banshee: un semplice gioiello. Sylvanas raccolse la collana, appoggiando il freddo metallo nel palmo della mano e fissando la gemma blu del medaglione luccicante che la adornava. Delicatamente, la mise accanto a quella che aveva appena ricevuto.

Erano perfettamente identiche, tranne che per le gemme: la prima era uno zaffiro, l’altra un rubino. E diverse erano anche le iscrizioni, Sylvanas lo sapeva.

Aprì la sua e lesse: A Sylvanas. Con affetto, sempre, Alleria.

Alleria... la seconda dei Ventolesto ad averle lasciate. Il primo era stato il loro fratello, Lirath, il più giovane di tutti, e forse il più brillante. Poi Alleria, scomparsa al di là del Portale Oscuro, nelle Terre Esterne. Poi...

Sylvanas scosse la testa, cercando di ritrovare la propria compostezza. Della famiglia Ventolesto, era sicura ci fosse solo un’altra persona che ancora respirava.

Sylvanas aprì il medaglione con il rubino, sapendo già che cosa avrebbe trovato, ma sentendo forte il bisogno di vederlo con i propri occhi.

Per Vereesa. Con affetto, Alleria.